Descrizione
«Leggere questo libro è stata per me un’esperienza emozionante, in qualche modo simile, credo, a quella vissuta dai milioni di lettori del Libro primo del Capitale», scrive Paul M. Sweezy nella prefazione. Concepito inizialmente come una ricerca sull’evoluzione dei processi lavorativi e sui mutamenti occupazionali verificatisi negli Stati Uniti, Lavoro e capitale monopolistico ha finito per diventare uno studio sullo sviluppo del modo capitalistico di produzione negli ultimi cento anni.Dopo aver esaminato il sorgere e l’affermarsi del management, e sottoposto a una critica magistrale le teorie tayloriane della «direzione scientifica del lavoro», Braverman affronta i temi della «rivoluzione tecnico-scientifica» e della meccanizzazione dei processi lavorativi (fondamentale, fra gli altri, il lungo capitolo su Le macchine); argomenta successivamente l’importanza del management e della meccanizzazione ai fini del capitalismo monopolistico, nonché il ruolo da essi svolto nella formazione della struttura delle imprese e del mercato, e nella crescita dello stato. Propone poi un’analisi del modo in cui queste forze hanno determinato mutamenti nella struttura del capitale, e conseguentemente mutamenti nella struttura della classe lavoratrice. La parte quarta studia le caratteristiche dei nuovi gruppi e strati di lavoratori creati da questi processi, in particolare gli impiegati d’ufficio e i lavoratori dei servizi e del commercio. Nell’ultima parte Braverman descrive la struttura complessiva della classe lavoratrice americana alla luce dell’analisi precedente; identifica quegli «strati intermedi» del lavoro in cui si mescolano aspetti direttivi e proletari; e conclude con due capitoli su lavoro produttivo e improduttivo e sul mito della qualificazione della classe lavoratrice.
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